Il Museo del Prado è una delle pinacoteche più importanti del mondo e si trova a Madrid, in Spagna. Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani e fiamminghi, fra cui Beato Angelico, Andrea Mantegna, Raffaello Sanzio e Hieronymus Bosch nonché capolavori dei più grandi pittori spagnoli come Diego Velázquez, Francisco Goya.
Il Museo del Prado è ospitato in un grande edificio neoclassico progettato nel 1785 dall’architetto Juan de Villanueva. Commissionato da Re Carlo III, per accogliere le collezioni reali di Storia Naturale, fu trasformato in un museo d’arte e aperto al pubblico da suo nipote, Re Ferdinando VII, nel 1819.
Il complesso museale incorporò anche gli edifici rimanenti del Palacio del Buen Retiro – progettato nel Seicento dall’architetto Alonso Carbonell – conosciuti come il Casón ed il Salón de Reinos.
Il nome originario del museo era Museo Nacional de Pintura y Escultura, ma sin dalla sua apertura venne popolarmente chiamato Museo del Prado (ovvero del Prato) dal luogo dove sorse, noto come Prado de los Jerónimos; infine il museo prese ufficialmente questo nome nel 1920.
Nel 2016, è stato organizzato un concorso internazionale di architettura per la riqualificazione del Salón de Reinos, che ha visto vincitore gli studi Foster + Partners e Rubio Arquitectura.
La collezione del Prado è composta da dipinti, disegni, stampe, sculture, fotografie ed oggetti di arte decorativa. È particolarmente noto per le sue straordinarie collezioni di pittura rinascimentale italiana e di arte spagnola.
Le opere in mostra sono esposte in sezioni dedicate ad artisti spagnoli, italiani, francesi, fiamminghi, olandesi, tedeschi e britannici.
Tra i pezzi più importanti in mostra possiamo trovare L’Annunciazione di Beato Angelico, la Morte della Vergine di Mantegna, il Ritratto di Cardinale di Raffaello, L’Imperatore Carlo V a Mühlberg di Tiziano, Il Giardino delle Delizie di Hyeronimus Bosch, l’Autoritratto di Dürer, Las Meninas di Velázquez, Il 3 maggio 1808 e La Maja Desnuda di Goya.
Per chi non ha mai visitato il Prado, o per chi l’ha fatto ma vorrebbe tornarci, è possibile visionare le collezioni attraverso l’archivio digitale: grazie all’altissima risoluzione delle immagini si potranno osservare dettagli che sfuggono normalmente all’occhio umano.