“La vita è caotica, pericolosa e sorprendente. Gli edifici dovrebbero riflettere questo” Frank O. Ghery
Frank O. Gehry (vero nome Ephraim Owen Goldberg) è un architetto canadese ed è uno dei più celebri al mondo grazie alle sue linee oblique e idee innovative che gli hanno conferito l’appellativo di “creatore di sogni“.
Famoso per il suo approccio scultoreo e organico alla progettazione, è tra gli ideatori della corrente decostruttivista ed è annoverato tra i più influenti architetti della scena internazionale.
Frank O. Ghery nasce a Toronto nel 1929, si trasferisce presto negli Stati Uniti dove si laurea in architettura nel 1954 – frequentando la Southern California – e dove ottiene un diploma in progettazione urbanistica dalla Harvard University e fonda il suo studio a Los Angeles nel 1962.
Fin dagli esordi studia e approfondisce la relazione fra architettura e scultura, ma soprattutto sperimenta audaci accostamenti tra prodotti della grande industria come legno compensato, lamine di acciaio ondulate, pannelli solari, ed elementi “poveri” appartenenti al paesaggio metropolitano come reti metalliche, frammenti di vetro e altri oggetti di recupero.
La predilezione per le linee oblique, per i materiali inusuali, per la scomposizione volumetrica e l’assemblaggio apparentemente illogico delle componenti, oltre che il rifiuto della purezza formale appartenente alla tradizione modernista, fa di Gehry uno tra i maggiori interpreti del decostruttivismo.
La caratteristica libertà delle forme, la costante dialettica fra stabilità ed equilibrio e la forte componente scultorea si devono anche all’uso di tecnologie e software presi a prestito dall’industria aeronautica.
Tra il 1977 il 1978 e tra il 1991 ed il 1994 Frank O. Gehry ristruttura per sé una casa a Santa Monica circondando l’edificio preesistente con una nuova struttura, realizzata attraverso materiali poveri e di recupero. I nuovi spazi e le nuove aperture sembrano inclinarsi seguendo i raggi solari e vengono realizzate senza distruggere la struttura preesistente.
Quest’opera avveniristica fece emergere tutte le caratteristiche dei primi progetti di Gehry: l’architetto si serve di componenti industriali sapientemente combinati con elementi che derivano dal paesaggio metropolitano. Inoltre, sperimenta la fusione dell’architettura con le altre discipline come la pittura e la scultura.
La vera svolta però per Frank O. Gehry è stata la realizzazione del Museo Guggenheim di Bilbao, che ha portato l’architetto alla notorietà internazionale grazie alle sue forme nuove e allo splendore conferito dal rivestimento in titanio. Considerato oggi uno dei capolavori mondiali dell’architettura contemporanea, l’importantissima attrazione turistica, che richiama visitatori da numerosi paesi del mondo, è diventata così il simbolo della città di Bilbao.
L’edificio, visto dal fiume, sembra avere la forma di una nave, rendendo così omaggio alla città portuale nella quale si trova. I pannelli brillanti assomigliano alle squame di un pesce e ricordano le influenze delle forme organiche presenti in molte opere di Gehry. Visto dall’alto l’architettura mostra senza ombra di dubbio la forma di un fiore.
A cavallo del nuovo millennio, spinge sempre più in là i limiti dell’architettura e firma una carrellata di architetture che si discostano dalla normalità, dalla tradizione, dagli stereotipi. Tra questi ricordiamo la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles (1989-2003), il DZ Bank Building di Berlino (1995-2001), il Jay Pritzker Pavilion di Chicago (1999-2004), l’Interactive Corporation Headquarter di New York (2003-2007), il complesso abitativo di Beekman Street a New York (2003-2009), la sede di Abu Dhabi del Guggenheim Museum (2005-2006) fino ad arrivare alla totale eterogeneità espressiva e all’ancora più libera articolazione di spazi e materiali, con la Fondation Louis Vuitton, nuovo e ulteriore esempio di sfruttamento delle potenzialità di torsione dei materiali edili.